Perché dopo aver fatto un sogno, il più delle volte non lo ricordiamo? La risposta scientifica dietro il fenomeno.
Può capitare di fare un bel sogno oppure un brutto incubo di notte e poi, la mattina, cercando di ricordarlo, non ci viene in mente nessun dettaglio. Insomma, a volte non ricordiamo anche il sogno più bello che abbiamo fatto e magari volevamo leggerne l’interpretazione per capire cosa significasse e invece purtroppo non c’è niente da fare, l’abbiamo dimenticato.
Passiamo molto tempo a sognare, ma solo pochi di noi ricordano i propri sogni al risveglio. A volte, nel cercare di ricordare anche il più bello dei sogni o l’incubo che ci ha fatto sudare durante la notte, non riusciamo in nessuno modo a farlo.
Questo fenomeno è stato addirittura studiato da esperti idi tutto il mondo e sono emerse diverse teorie sul perché dimentichiamo i sogni.
Per capire perché dimentichiamo i sogni che facciamo, dobbiamo innanzitutto chiederci cosa sono questi e “guardare” a cosa succede quando dormiamo. I sogni sono delle immagini che vengono fuori dal rimuginare su pensieri e idee.
Durante il sonno i muscoli si paralizzano, mentre il cuore e i polmoni continuano a lavorare. Secondo Sigmund Freud, fra i primi a indagare scientificamente i sogni, questi sono “lettere inviate a se stessi”, ossia messaggi con cui l’inconscio mostra alla parte consapevole della mente impulsi e desideri rimossi. Quando dormiamo, il cervello non è completamente “disconnesso” ma alcune aree restano attive.
Fra queste c’è l’ippocampo che impiega molto tempo prima di abbassare il livello di attività e riposare. Il compito dell’ippocampo nel corpo umano è quello di trasmettere informazioni rilevanti che vengono conservate nella memoria a breve termine verso l’area della memoria a lungo termine. L’ippocampo, impegnato in questa attività, non può prestare attenzione al mondo onirico, ritenuto dunque non importante.
Per questo i sogni vengono tralasciati a discapito dei ricordi e apprendimenti della giornata. Secondo alcune ricerche condotte dall’Università di Monash, in Australia, l’ippocampo durante il sonno invierebbe informazioni alla corteccia, senza però riceverne. Sono state effettuate anche numerose ricerche e risonanze magnetiche su persone che dormivano che hanno svelato che il ricordo dell’esperienza onirica può durare solamente qualche minuto.
Il più delle volte si captano solo poche immagini, sensazioni o brevissimi spezzoni. Per gli scienziati non ricordiamo i sogni a causa di due neurotrasmettitori: l’acetilcolina e l’adrenalina i cui livelli si abbassano nel nostro cervello quando ci addormentiamo ed è per questo che abbiamo meno capacità di fissare i ricordi.
Inoltre, da altri esperimenti è emerso che quando entriamo nella fase REM, l’acetilcolina aumenta, mentre l’adrenalina no. Questo provocherebbe una sorta di “cortocircuito” che impedirebbe di ricordare cosa si sogna.
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