Il dubbio dei titolari di Buoni Fruttiferi è se questi strumenti di risparmio facciano o meno reddito e come sono coinvolti nel calcolo ISEE.
I Buoni Fruttiferi sono scelti dai piccoli risparmiatori per tutelare i propri soldi fermi sul conto corrente mentre crescono nel tempo. I rendimenti non solo alti ma aiutano a proteggere i risparmi dalla perdita del potere d’acquisto legata all’inflazione.
Come strumento di investimento i Buoni Fruttiferi sono sicuri perché garantiti dallo Stato italiano. Ecco perché milioni di famiglie hanno scelto i prodotti di Poste Italiane per proteggere i risparmi e vederli crescere, anche se di poco, nel tempo. I rendimenti vanno dall’1,50% fino al 4%, percentuali relativamente basse soprattutto scegliendo un Buono di breve-media durata ma garantiscono comunque dei guadagni che tenendo fermi i soldi sul conto non si avrebbero.
Il consiglio è di procedere entro fine anno con la sottoscrizione di un Buono Fruttifero in modo tale da poter ridurre l’ISEE 2026. Facciamo chiarezza. I Buoni rappresentano il patrimonio mobiliare dei cittadini. Vanno dunque inseriti nella Dichiarazione Sostitutiva Unica per il calcolo dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente insieme ai Titoli di Stato, al saldo e giacenza media sul conto corrente e ad altre informazioni patrimoniali e reddituali. La Legge di Bilancio 2024 ha, però, fatto un passo verso i cittadini.
La Manovra 2024 ha stabilito l’uscita dei Buoni Fruttiferi Postali dal calcolo dell’ISEE. Questa decisione del Governo vuole sostenere i cittadini consentendo loro di avere un Indicatore dal valore più basso riuscendo così ad accedere ad un maggiore numero di Bonus e agevolazioni. Una bellissima notizia, non inserendo i Buoni postali nella DSU si abbassa il patrimonio mobiliare e dunque si ottiene un ISEE inferiore ma al momento questo non è ancora possibile.
L’INPS aspetta ancora il Decreto attuativo che consenta all’ente di procedere con il nuovo conteggio togliendo l’ISEE. Qualche passo in avanti è stato fatto ma si pensa che solo a metà 2025 arriverà l’ufficialità. A quel punto si potrà chiedere un nuovo conteggio dell’Indicatore corrente (se si soddisfano i requisiti) oppure aspettare il 2026 per poter beneficiare dell’aiuto del Governo.
Ricordiamo, infatti, che nell’ISEE ordinario si inseriscono i dati relativi ai due anni precedenti (ISEE 2026 con dati al 31 dicembre 2024) mentre nell’ISEE corrente si tiene conto dei dati dell’anno precedente a condizione che si siano stati significativi cambiamenti della situazione economica familiare. In conclusione, ad oggi ma ancora per poco i Buoni Fruttiferi sono utili per il calcolo dell’ISEE ma sottolineiamo come non rientrino nella dichiarazione dei redditi.
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