Tanti sono convinti che digiunare dopo le abbuffate tipiche di 24, 25 e 26 dicembre sia ideale per tornare in forma, ma siamo davvero convinti che questa sia la soluzione migliore?
Le festività sono ormai alle porte, tanti hanno già messo in conto l’idea di dover stare a tavola per ore, con pranzi e cene quasi luculliani, caratterizzate da portate infinite a cui sarà difficile sottrarsi. Del resto, chi le prepara cerca sempre di curare anche i minimi dettagli, per questo vuole fare in modo che tutti possano apprezzare. Poco importa se a volte si eccede, si tende a pensare che questo periodo viene alla fine solo una volta l’anno, per questo non è così un male fare uno strappo alla regola. Questo porta poi a pensare sia necessario digiunare dopo il 24, 25 e 26 dicembre, così da compensare gli eccessi fatti in quei giorni fatidici e tornare in forma il prima possibile. Siamo davvero sicuri sia una scelta così ideale?
In genere questa teoria è particolarmente diffusa e si basa su quello che può essere chiamato “effetto compensazione”, ovvero mangiare tanto in diverse giornate consecutive, per poi ridurre al minimo le quantità nei giorni successivi. Se si vuole davvero risolvere questo dubbio non può che essere determinante ascoltare il parere di una nutrizionista/dietologa, in grado di dare consigli adeguati, così da sapere come comportarsi ed evitare poi di piangere sul latte versato in caso di errori.
Il 24, il 25 e il 26 dicembre sono le date in cui si pensa sempre poco alla propria forma fisica e si tende a mangiare più del dovuto, a maggior ragione al Sud, dove è difficile scalfire diverse tradizioni, come quelle previste alla Vigilia e a Natale, ma senza dimenticare Santo Stefano, in cui si tende a consumare gli avanzi. Questo può rivelarsi però problematico per chi tiene particolarmente alla forma fisica, al punto tale da non riuscire a rientrare nei vestiti più amati.
Ci è già alle prese con una dieta particolarmente restrittiva tende a pensare sia necessario digiunare una volta trascorse queste festività per rimediare agli eccessi. Le strategie utilizzate sono diverse, ci sono infatti diverse diete che si trovano anche sui giornali che propongono diversi tipi di digiuno, dallo schema 5:2 in cui sono previsti 2 giorni di forte restrizione calorica e 5 di alimentazione normale al 16:8, che prevede 16 ore di digiuno e 8 di alimentazione. Tanti invece seguono la Dieta Mima-Digiuno, che porta a ridurre le calorie in modo drastico per 4-5 giorni, in cui si consumano davvero pochissimi cibi, ma c’è anche chi ha scelto il programma Eat-Stop-Eat, basato su un digiuno di 24 ore due volte alla settimana. Regimi come questi comportano inevitabilmente non pochi sacrifici, ma c’è chi pensa che questi possano essere poi ripagati una volta che si salirà sulla bilancia.
Ma siamo sicuri sia davvero così o forse si dovrebbe intraprendere un’altra strada? In realtà, agire in questo modo è assolutamente sbagliato, non solo non comporta grandi cambiamenti a livello di peso, ma soprattutto si provocano danni da non sottovalutare all’organismo. A metterlo in evidenza è la biologa e nutrizionista Flavia Bernini: “Digiunare anche solo per 24 ore intacca il glicogeno del fegato, la nostra riserva di carboidrati epatici“, ha a ‘La Gazzetta dello Sport’.
“Per rimediare l’organismo è costretto a usare gli aminoacidi, ossia i mattoncini che formano le proteine, come fonti di nuovo carburante”, ha detto ancora, spiegando che l’energia necessaria viene garantita dai grassi di riserva, ma va ad intaccare la massa magra, ossia la muscolatura. “Questo modo di agire non potrà che aumentare la fame, al punto tale da concentrarsi su cibi estremamente calorici ma poco salutari per compensare”, ha concluso.
Solo in alcuni casi può essere utile il digiuno intermittente 16:8, che porta a digiunare dalla sera del giorno prima al pranzo del giorno successivo. In questo modo si saltano la colazione e lo spuntino che in genere si fa a metà mattina, per concentrarsi sulla quantità di calorie necessarie a pranzo. Questa è però una soluzione che è sconsigliata soprattutto a chi è affetto da diabete, donne incinta e persone con disturbi del comportamento alimentare.
A livello generale sarebbe molto meglio limitare le scelte compensative dopo le giornate di festa, se non evitarle del tutto. Consumare qualcosa di diverso a Natale non è certamente un male, si dovrebbero comunque ridurre le porzioni, pur provando un po’ di tutto. A quel punto non ci sarà alcun pentimento una volta trascorso questo periodo.
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