L’albero di Natale si smonta il 6 gennaio, come vuole la tradizione? Non è proprio così, ecco qual è la data effettiva.
Siamo ormai giunti al nuovo anno, il giorno in cui saremo costretti a disfare l’albero di Natale, spogliando le mura domestiche degli addobbi, si avvicina. Gli amanti di questo periodo delle feste avvertono già un po’ di nostalgia. Dovranno attendere un anno intero prima di godere nuovamente dell’atmosfera calorosa ed accogliente tipica del mese di dicembre. Le ghirlande ci hanno accompagnato, insieme alle luci che rendono le città ancora più belle.
Svegliarsi un po’ più tardi la mattina grazie alle inestimabili ferie, dividere pandoro e panettone insieme ad amici e parenti. Come tutte le cose, anche il Natale prima o poi deve chiudere baracche e burattini, entrando così in letargo per dodici mesi. La tradizione impone una data di inizio ed una di fine, anche se qualche disertore si palesa sempre. Molti hanno addobbato l’albero prima dell’8 dicembre, Festa dell’Immacolata, ed intendono superare di gran lunga la scadenza imposta dal 6 gennaio.
“L’Epifania tutte le feste si porta via” – si dice. Ma è davvero così? A quanto pare, le abitudini si sono trasformate in tradizioni. In realtà, il giorno nel quale andrebbero rimossi gli addobbi è molto più lontano.
L’Epifania non si porta via le feste: ecco quando dovresti smontare l’albero di Natale
La credenza comune secondo cui l’albero di Natale vada smontato il 6 gennaio è un falso mito. Come anticipato, una comune abitudine si è trasformata in una tradizione, violando in realtà quanto stabilito dalle usanze cattoliche. In realtà, la conclusione di questo avvolgente periodo di feste dovrebbe concludersi in concomitanza della celebrazione della benedizione delle candele al tempio da parte di Gesù. Lo stesso giorno si ufficializza la purificazione di Maria, successiva alla nascita di Cristo.
Secondo quanto stabilito dalla religione ebraica, una donna che dava alla luce un bambino era da considerarsi impura per i 40 giorni successivi. La scadenza dunque slitta al 2 febbraio, giorno in cui si celebra la festa della Candelora. In epoca antica, era uso comune verificare – proprio in questo giorno – se il fedele fosse soggetto al malocchio. Venivano immersi tre capelli nell’acqua, dopodiché si aggiungevano delle gocce d’olio, entrate in contatto con le mani del diretto interessato.
Se le gocce rimanevano intatte al centro, il fedele era salvo. Laddove si disperdessero nell’acqua, ciò corrispondeva effettivamente alla presenza del malocchio. Si evince, dunque, che il giorno nel quale – secondo la tradizione cattolica – andrebbe disfatto l’albero corrisponde al 2 febbraio.